La
Commissione europea ha invitato i principali operatori del settore
turistico europeo (federazioni nazionali del turismo e federazioni
settoriali europee come Hotrec e Ectaa, compagnie aeree, ecc.) a
prendere iniziativa al fine di creare nel medio periodo una partenariato pubblico-privato per la promozione nei Paesi terzi del turismo incoming verso l’Europa.
La proposta è giunta nel corso della Conferenza “Towards Joint Promotion of Europe as a Tourist Destination”, tenutasi mercoledì 5 marzo a margine della edizione 2015 della ITB di Berlino.
La European Travel Commission
(ETC), creata nel 1948 per promuovere il turismo in Europa ed
attualmente unicamente composta dagli organismi di promozione del
turismo (come l’ENIT) di 33 Paesi non solo dell’UE, dovrebbe essere per
la Commissione il luogo ove realizzare questo partenariato
pubblico-privato che finanzi e promuova la “destinazione Europa” e
soprattutto le rotte turistiche trans-nazionali, nel Mondo.
Nel
corso della conferenza, sono state presentate alcune esperienze
extra-europee, quali l’Australia, la Svizzera e soprattutto gli Stati
Uniti.
Negli USA, a partire dal 2006 c’è stato una azione promossa dai CEOs dei principali operatori del turismo degli Stati Uniti, che ha portato del 2009 il Presidente Obama a promulgare il “Travel Promotion Act”, che ha dato vita a “Brand USA”: un partenariato pubblico-privato
che promuove e facilita, anche attraverso la diffusione del visto
d’ingresso on-line, gli arrivi turistici negli USA ed è presente in
numerosi Paesi terzi, che ha la sua realizzazione online nel sito DiscoverAmerica.com.
La Commissione europea ha sottolineato soprattutto gli 8 principi delineati da Brand USA, che dovrebbero essere da modello anche per il partenariato europeo:
1. Shared Vision; 2. Cooperative planning; 3. Defined rules and processes; 4. Valuable proposition; 5. Meaningful metrics; 6. Full-circle leadership; 7 Constant communication; 8. Trust & Results.
1. Shared Vision; 2. Cooperative planning; 3. Defined rules and processes; 4. Valuable proposition; 5. Meaningful metrics; 6. Full-circle leadership; 7 Constant communication; 8. Trust & Results.
Gli operatori intervenuti hanno però richiesto il rispetto del pricipio di sussidiarietà nel settore e soprattutto che un contributo agli operatori non si trasformi in ulteriori tassazioni. La parola ora, nelle intenzioni della Commissione, passa quindi ora agli stessi operatori europei.
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Ultimamente
l’Italia è il Paese che fornisce ai cittadini cinesi il visto di
entrata turistico con la maggiore facilità e velocità possibile (36 ore).
Questa situazione è stata fortemente criticata dagli altri Stati membri
in sede di Consiglio. Ufficialmente perché ritengono che non si possa
offrire un valido servizio di controllo in così poco tempo, in realtà
perché sanno che questa differenza comporta un aumento di competitività
in termini di arrivi turistici da parte di un Paese a enorme crescita
nel settore.
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Nel corso dell’incontro “Cruise Tourism and Visa Facilitation”,
organizzato da CLIA, la federazione europea degli operatori
crocieristici, ha avuto luogo un dibattito particolarmente interessante
sul futuro della politica sul Codice dei visti, alla presenza di
istituzioni differenti: Parlamento Europeo, Commissione e Stati Membri,
in particolare il rappresentante dei Paesi Bassi, ed alcuni
rappresentanti di federazioni europee, quali ECTAA e la European Travel
Commission.
Il Parlamento Europeo sta discutendo attualmente
la proposta della Commissione europea sul codice dei Visti.
L’europarlamentare spagnolo socialista Juan Aguilar ha presentato un documento di lavoro, giudicato da alcune federazioni come molto positivo,
che ha avviato il dibattito presso la commissione parlamentare LIBE
(libertà civili, giustizia e affari interni) ci sarà un dibattito in
questo ambito.
Tuttavia,
nonostante il lavoro positivo fatto lo scorso anno dalla Commissione (è
stato ricordato anche il ruolo di Tajani e Mallstrom)e l’indirizzo del
Parlamento che segue questa direzione, il problema rimane quello della approvazione di tali proposte in sede di Consiglio dell’UE.
Quindi il problema rimane quello che – al di là di
dichiarazioni di facciata – esiste una forte competitività tra Stati e
l’uniformazione delle regole a volte non è ben considerata.
Tuttavia, il delegato olandese del Consigli europeo è intervenuto per
sottolineare come sia importante considerare il punto di partenza (28
Stati Membri con situazioni completamente differenti da armonizzare),
per capire i tempi di approvazione del Consiglio.
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