Sebbene la maggior parte degli strumenti per realizzare il pilastro
siano nelle mani degli Stati membri, delle parti sociali e della società
civile, le istituzioni dell'Unione europea, e in particolare la
Commissione, possono dare il proprio contributo definendo il quadro e la
direzione da seguire. Oltre al pilastro europeo dei diritti sociali, la
Commissione presenta oggi anche una serie di iniziative legislative e
non legislative concernenti l'equilibrio tra attività professionale e
vita privata, l'informazione dei lavoratori, l'accesso alla protezione
sociale e l'orario di lavoro.
Messe a punto sotto la guida del Vicepresidente Dombrovskis e del
primo Vicepresidente Timmermans, esse comprendono anzitutto una proposta
intesa a consentire ai genitori e ai prestatori di assistenza che
lavorano di conciliare la vita familiare e l'attività professionale.
(...)
La proposta relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare
stabilisce una serie di standard minimi nuovi o più elevati per il
congedo di paternità, il congedo parentale e il congedo per i prestatori
di assistenza. Essa introduce il diritto per cui i padri possono
prendere un periodo di congedo di durata non inferiore a 10 giorni
lavorativi in occasione della nascita di un figlio. La proposta prevede
inoltre che il diritto a quattro mesi di congedo parentale possa essere
utilizzato fino ai 12 anni di età del figlio, rispetto all'attuale linea
guida non vincolante degli 8 anni di età. Il congedo parentale di
quattro mesi diventa inoltre un diritto individuale delle madri e dei
padri, e in quanto tale non è trasferibile all'altro genitore: un
potente incentivo affinché anche gli uomini vi facciano ricorso. Viene
inoltre introdotto per la prima volta un congedo di cinque giorni l'anno
per i prestatori di assistenza, in caso di malattia di un parente
diretto. Tutte queste modalità di congedo familiare saranno retribuite
almeno al livello del congedo di malattia. La proposta concederà inoltre
ai genitori di bambini fino a 12 anni di età e ai prestatori di
assistenza il diritto di chiedere modalità di lavoro flessibili, quali
l'orario di lavoro flessibile o ridotto o la flessibilità per quanto
concerne il luogo di lavoro. Essa tiene conto delle esigenze delle
piccole e medie imprese e cerca di fare in modo che non ne risentano in
maniera sproporzionata.
Le misure proposte intendono in particolare accrescere le opportunità
per gli uomini di assumersi responsabilità genitoriali e di assistenza.
Oltre a recare benefici per i bambini, esse contribuiranno ad aumentare
la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, riducendo la
disparità tra uomini e donne nell'occupazione, che nel 2015 ammontava
ancora all'11,6 % e tocca addirittura quota 30 % nel caso delle famiglie
con bambini di età inferiore a 6 anni. Si tratta di uno degli elementi
alla base del divario retributivo di genere (16,3 %) e del divario
pensionistico di genere (40 %). Gli Stati membri possono affidare alle
parti sociali l'attuazione di questa direttiva purché siano garantiti i
risultati che essa persegue.
Oltre alla proposta legislativa, la Commissione vara oggi anche due
consultazioni delle parti sociali, a testimonianza dell'importanza del
loro contributo alla realizzazione del pilastro europeo dei diritti
sociali e in linea con il ruolo conferito loro dai trattati. La prima
consultazione delle parti sociali riguarda l'ammodernamento delle norme sui contratti di lavoro.
La direttiva sulle dichiarazioni scritte (91/533/CEE) riconosce ai
lavoratori, all'inizio di un nuovo rapporto di lavoro, il diritto di
ricevere comunicazione scritta in merito ai suoi aspetti essenziali.
Tale diritto rimane estremamente pertinente, ma potrebbe dover essere
adeguato alla luce delle nuove realtà e delle nuove pratiche nei mercati
del lavoro per garantire condizioni di lavoro eque anche in un mondo
del lavoro che cambia. La Commissione intende pertanto avviare un
dibattito relativo alle garanzie minime che devono essere riconosciute a
tutti i lavoratori, compresi quelli che occupano posizioni di lavoro
atipico. La Commissione mira a proporre una revisione della direttiva
entro la fine dell'anno.
La Commissione sta inoltre avviando una consultazione delle parti sociali sull'accesso alla protezione sociale
al fine di definire possibili nuove norme in materia. I diritti e gli
obblighi associati alla protezione sociale sono stati sviluppati nel
corso del tempo principalmente per i lavoratori assunti con contratti
standard, ma non sono ancora sufficientemente evoluti per le persone che
esercitano attività di lavoro autonomo o atipico. Le modalità di lavoro
più flessibili odierne offrono nuove opportunità, soprattutto per i
giovani, ma possono dare luogo a nuove precarietà e disparità. La
Commissione vuole colmare i divari e vagliare modalità per garantire a
tutti i lavoratori l'accesso a sistemi di protezione sociale e servizi
per l'occupazione sulla base del loro contributo.
La Commissione ha infine adottato oggi un chiarimento della direttiva sull'orario di lavoro,
che fornisce orientamenti per l'interpretazione di vari aspetti della
direttiva in linea con un corpus normativo sempre più ampio. In questo
modo si aiuteranno gli Stati membri ad attuare correttamente l'acquis e
ad evitare nuove infrazioni. (...)
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