Nel
corso dell’ultima riunione del comitato dedicato alle questioni
energetico-ambientali di Eurocommerce, avvenuta mercoledì 11 marzo, si è
affrontato anche il tema del rilancio della strategia europea per una
“economia circolare”, la cui prima versione presentata solo nel 2014 era
già stata archiviata dalla nuova Commissione di Junker.
La
strategia riguardava principalmente le questioni legate alla gestione
dei rifiuti e agli obiettivi di riciclaggio, e la stessa Commissione
Junker con la decisione di ritirare la proposta presentata, si è
impegnata a presentare una strategia “ancora più ambiziosa” entro la
fine dell’anno 2015.
Herbert Aichinger, funzionario della DG ENV, ha spiegato che attualmente la Commissione europea ha in effetti creato 8 gruppi di lavoro con gli Stati membri per scrivere la nuova versione della strategia. L’obiettivo ideale della Commissione europea è quello di intervenire non più solo nella fase finale della vita dei prodotti (rifiuti, riciclo, ecc.) ma anche nelle fasi precedenti di creazione e realizzazione, al fine di portare gli operatori a creare dei prodotti con elementi di design e/o utilizzo di materiali più facilmente riciclabili/riutilizzabili.
La proposta dovrebbe quindi estendersi verso nuove aree, che devono
tuttavia ancora essere individuate (nessun riferimento specifico a tipi
di materiali/design..). La proposta non dovrebbe essere unita ad altre
normative, quali il regolamento REACH sugli agenti chimici o la
direttiva quadro Ecodesign.
Relativamente
alla “responsabilità estesa del produttore” è stata accolta
positivamente la proposta di alcuni membri di Eurocommerce di uniformare
i criteri minimi richiesti (minimum requirement criteria) e gli
obiettivi di riciclo, che al momento divergono notevolmente tra gli
Stati membri.
Rispetto
alla esistenza di una possibile concorrenza distorta da parte di
operatori che vendono on-line (modalità di vendita che attualmente
rappresenta circa il 10% del mercato) prodotti provenienti da altri
Paesi (tipo “Ali Baba”), che sfuggono da normative come la
“responsabilità estesa del produttore” (che comunque ha delle difficoltà
di applicazione anche a livello transnazionale tra gli stessi Paesi
UE), Aichinger ha risposto che la questione deve essere affrontata ma
riguarda più l’ambito relativo alla regolamentazione del commercio
internazionale, che a quello ambientale.
Le PMI sono sempre al centro dell’attenzione della Commissione, anche nella elaborazione di questa proposta, che dovrebbe essere presentata nel corso del prossimo autunno.---
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