La Commissione europea ha definito oggi una serie di principi comuni per le procedure nazionali in materia d’insolvenza applicabili alle imprese in difficoltà finanziarie. L’obiettivo è privilegiare, anziché la liquidazione, la ristrutturazione precoce delle imprese sane in modo da impedirne l’insolvenza. Con circa 200 000 imprese nell’UE che ogni anno dichiarano insolvenza e 1,7 milioni di persone che di conseguenza perdono il lavoro, la Commissione desidera dare alle imprese sane la possibilità di ristrutturarsi e restare operative. Una riforma delle norme nazionali in materia d’insolvenza creerebbe una situazione vincente per tutti: le imprese sane rimarrebbero in attività, si manterrebbero i posti di lavoro e allo stesso tempo si migliorerebbe il contesto per i creditori che, se il debitore non va in rovina, sarebbero in grado recuperare una percentuale più elevata dei loro investimenti. Agli imprenditori onesti va rapidamente offerta una seconda opportunità dopo il fallimento, perché i fatti dimostrano che essi hanno più successo la seconda volta. La raccomandazione adottata oggi fa seguito a una consultazione pubblica su un approccio europeo all’insolvenza, svoltasi lo scorso anno (IP/13/655), e a una proposta di revisione delle attuali norme UE in materia d’insolvenza transfrontaliera, approvata di recente dal Parlamento europeo (MEMO/14/88). (...)
Ukraine’s desperate need for air defences
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Nato allies should donate from their armouries even if that leaves them
depleted
6 ore fa
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