- A fine 2023 i paesi dell’UE avevano attinto a meno di un terzo dei fondi UE previsti per la ripresa post-COVID-19
- Solo la metà circa del denaro trasferito da Bruxelles alle capitali nazionali avrebbe raggiunto i destinatari finali
- La Corte dei conti europea segnala il rischio che l’assorbimento dei fondi rallenti ulteriormente e che i progetti non siano completati secondo i programmi
Nei primi tre anni del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), istituito dall’UE con una dotazione di 724 miliardi di euro, si sono osservati ritardi nell’erogazione dei fondi e nell’attuazione dei progetti.
È così messo a rischio il conseguimento degli obiettivi tesi ad aiutare la ripresa dei paesi UE dalla pandemia di COVID-19 e ad accrescere la resilienza di questi ultimi, stando a una relazione della Corte dei conti europea.
Nonostante il progredire del tasso dei
pagamenti eseguiti dalla Commissione europea, gli Stati membri
potrebbero non essere in grado di attingere ai fondi o assorbirli per
tempo, completare le misure previste prima dello scadere dell’RRF
nell’agosto 2026 e, quindi, godere dei benefici economici e sociali
attesi. (...)
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