L’articolo analizza la questione della efficacia diretta delle direttive negli ordinamenti degli Stati membri sulla scorta dei maggiori sviluppi giurisprudenziali al riguardo intervenuti negli ultimi anni. In particolare, dopo aver tratteggiato le peculiarità dello strumento normativo in discorso e l’impatto di tali peculiarità sull’applicazione del tradizionale test dell’effetto diretto alle direttive, l’analisi si concentra su tre principali questioni ancora “aperte” alla vigilia del 50° anniversario della sentenza van Duyn. Due di queste problematiche afferiscono all’articolato panorama di eccezioni al divieto di effetto diretto orizzontale delle direttive: segnatamente, l’estensione del c.d. effetto diretto incidentale al di là della situazione di mancata notifica di regole tecniche e l’estensione del c.d. “schema Mangold” (consistente nella interazione tra diritto primario e direttiva in controversie orizzontali). La terza problematica concerne il nesso funzionale tra effetto diretto, primato ed obbligo di disapplicazione e la configurazione di quest’ultimo come “rimedio prìncipe” alla incompatibilità tra diritto UE e ordinamento nazionale. In relazione a ciascuna di queste tre questioni, verrà avanzato un tentativo di razionalizzazione e sistematizzazione degli sviluppi giurisprudenziali al riguardo. (...)
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