N. 70/2019
: 6 giugno 2019
Diritto delle istituzioni
Il Tribunale respinge il
ricorso dell’ex commissario europeo John Dalli che chiedeva il
risarcimento del presunto danno subito per effetto della cessazione
dalle sue funzioni.
Il sig. Dalli non ha provato l’esistenza di un illegittimo comportamento dell’OLAF o della Commissione, non ha dimostrato l’esistenza di un nesso di causalità sufficientemente diretto tra i comportamenti criticati e il danno asserito, e neppure l’esistenza del danno stesso.
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Il sig. Dalli non ha provato l’esistenza di un illegittimo comportamento dell’OLAF o della Commissione, non ha dimostrato l’esistenza di un nesso di causalità sufficientemente diretto tra i comportamenti criticati e il danno asserito, e neppure l’esistenza del danno stesso.
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N. 69/2019
: 4 giugno 2019
Libertà di stabilimento
Secondo l’avvocato
generale Szpunar, Facebook può essere costretta a ricercare e ad
individuare tutti i commenti identici a un commento diffamatorio di cui
sia stata accertata l’illiceità, nonché commenti equivalenti se
provenienti dallo stesso utente.
Nel caso di specie, il diritto dell’Unione invocato non disciplina la questione se Facebook possa essere costretta a rimuovere i commenti di cui trattasi a livello mondiale. (...)
Nelle sue conclusioni odierne, l’avvocato generale Maciej Szpunar ritiene che la direttiva sulcommercio elettronico non osti a che un host provider che gestisce una piattaforma di social network, quale Facebook, sia costretto, mediante un provvedimento ingiuntivo, a ricercare e ad individuare, tra tutte le informazioni diffuse dagli utenti di tale piattaforma, le informazioni identiche a quella qualificata come illecita dal giudice che ha emesso tale provvedimento ingiuntivo. (...)
Nell’ambito del provvedimento ingiuntivo, l’host provider può anche essere costretto a ricercare e individuare le informazioni equivalenti a quella qualificata come illecita, ma unicamente tra le informazioni diffuse dall’utente che ha divulgato l’informazione di cui trattasi.(...)
Inoltre, ad avviso dell’avvocato generale, poiché la direttiva non disciplina la portata territoriale di un obbligo di rimozione delle informazioni diffuse tramite una piattaforma di social network, essa non osta a che un host provider sia costretto a rimuovere siffatte informazioni a livello mondiale. (...)
Infine, l’avvocato generale ritiene che la direttiva non osti a che un host provider sia costretto a rimuovere informazioni equivalenti a quella qualificata come illecita qualora esse gli siano state segnalate dall’interessato, da terzi o da altra fonte, in quanto, in un caso del genere, l’obbligo di rimozione non implica una sorveglianza generale delle informazioni memorizzate.
Nel caso di specie, il diritto dell’Unione invocato non disciplina la questione se Facebook possa essere costretta a rimuovere i commenti di cui trattasi a livello mondiale. (...)
Nelle sue conclusioni odierne, l’avvocato generale Maciej Szpunar ritiene che la direttiva sulcommercio elettronico non osti a che un host provider che gestisce una piattaforma di social network, quale Facebook, sia costretto, mediante un provvedimento ingiuntivo, a ricercare e ad individuare, tra tutte le informazioni diffuse dagli utenti di tale piattaforma, le informazioni identiche a quella qualificata come illecita dal giudice che ha emesso tale provvedimento ingiuntivo. (...)
Nell’ambito del provvedimento ingiuntivo, l’host provider può anche essere costretto a ricercare e individuare le informazioni equivalenti a quella qualificata come illecita, ma unicamente tra le informazioni diffuse dall’utente che ha divulgato l’informazione di cui trattasi.(...)
Inoltre, ad avviso dell’avvocato generale, poiché la direttiva non disciplina la portata territoriale di un obbligo di rimozione delle informazioni diffuse tramite una piattaforma di social network, essa non osta a che un host provider sia costretto a rimuovere siffatte informazioni a livello mondiale. (...)
Infine, l’avvocato generale ritiene che la direttiva non osti a che un host provider sia costretto a rimuovere informazioni equivalenti a quella qualificata come illecita qualora esse gli siano state segnalate dall’interessato, da terzi o da altra fonte, in quanto, in un caso del genere, l’obbligo di rimozione non implica una sorveglianza generale delle informazioni memorizzate.
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