giovedì 22 ottobre 2020

Nuova relazione sullo stato della natura

 
La Commissione europea ha pubblicato oggi la sua ultima valutazione dello stato della natura nell'Unione europea, che offre una panoramica completa della situazione in cui versano le specie e gli habitat europei più vulnerabili tutelati dalla legislazione dell'UE in materia di protezione della natura. 

Le specie e gli habitat protetti sono in costante declino, principalmente a causa dell'agricoltura intensiva, dell'urbanizzazione, delle attività forestali non sostenibili e dei cambiamenti negli habitat di acqua dolce. L'inquinamento dell'aria, delle acque e del suolo è un altro fattore che incide sugli habitat, insieme ai cambiamenti climatici, allo sfruttamento eccessivo degli animali attraverso la pesca illegale e alla caccia e alla pesca insostenibili. Senza un intervento, questo declino comporterà inevitabilmente la continua erosione della nostra biodiversità e dei suoi servizi essenziali, mettendo a rischio la prosperità e la salute umana.

La relazione sottolinea chiaramente che se desideriamo offrirci una reale possibilità di riportare la biodiversità europea sulla via della ripresa entro il 2030 (come previsto nella nuova strategia dell'UE in materia di biodiversità) è imperativo agire. In questo contesto sarà fondamentale dare piena attuazione agli obiettivi e ai traguardi proposti nella strategia citata e nella strategia "Dal produttore al consumatore".

La valutazione, basata su una relazione tecnica più dettagliata dell'Agenzia europea dell'ambiente, mostra che, sebbene vi siano specie e habitat protetti che riescono a resistere pur essendo soggetti a forti pressioni, a livello di UE la maggior parte di essi si trova in uno stato considerato scadente o cattivo e alcuni mostrano una continua tendenza al deterioramento.

Tra le specie, prosegue il declino degli uccelli strettamente associati all'agricoltura, mentre i pesci d'acqua dolce presentano la percentuale più elevata di cattivo stato di conservazione (38 %), principalmente a causa dei cambiamenti nei corpi idrici e nei corsi d'acqua e degli impianti idroelettrici. Per quanto concerne gli habitat, solo il 15 % si trova in buone condizioni. Il ripristino delle torbiere e di altre zone umide può apportare benefici per la natura, oltre a contribuire in modo significativo a far fronte ai cambiamenti climatici, creando opportunità di lavoro nelle zone rurali e periferiche.

La relazione mostra inoltre che grazie a interventi mirati di conservazione si ottengono risultati: le popolazioni di lince pardina, renna selvatica e lontra, ciascuna delle quali è stata oggetto di importanti progetti di conservazione, sono ora in ripresa. Le iniziative nell'ambito del programma LIFE dell'UE, i regimi agroambientali specifici nel quadro della politica agricola comune e la rete Natura 2000 con i suoi 27 000 siti continuano a produrre un impatto positivo, ma occorre ampliarne notevolmente la portata.  (...)

 

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