giovedì 23 febbraio 2017

Semestre europeo 2017: Spiegazioni sul pacchetto d'inverno

Commissione europea - Scheda informativa
Semestre europeo 2017: Spiegazioni sul pacchetto d'inverno
Bruxelles, 22 febbraio 2017
Cosa prevede il pacchetto odierno?
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La Commissione pubblica oggi:
  • 27 relazioni per paese (per tutti gli Stati membri ad eccezione della Grecia, che è oggetto di un programma di sostegno alla stabilità), compresi gli esami approfonditi per i 13 Stati membri indicati nella Relazione sul meccanismo di allerta dello scorso novembre
  • una Comunicazione introduttiva sui principali risultati delle Relazioni per paese e degli esami approfonditi
  • una relazione sull'attuazione del Patto di bilancio nei quadri normativi nazionali e una comunicazione di accompagnamento dal titolo "Fiscal Compact: Taking Stock"
  • una relazione che esamina il rispetto, da parte dell'Italia, del criterio del debito a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del trattato
  • una relazione e una proposta al Consiglio relativa all'imposizione di un'ammenda all'Austria per errata rappresentazione di dati statistici nel Land Salzburg
Relazioni per paese
Cosa sono le relazioni per paese?
Le relazioni per paese sono documenti che forniscono una panoramica delle sfide economiche e sociali nei diversi Stati membri. Le relazioni sono uno strumento nell'ambito del Semestre europeo, il processo di coordinamento delle politiche economiche per monitorare le riforme e individuare le sfide che gli Stati membri devono affrontare. Per i paesi per i quali la Relazione sul meccanismo di allerta ha riconosciuto la necessità di un esame approfondito a novembre, tali relazioni comprendono analisi volte a stabilire se, e in quale misura, i paesi presentano squilibri macroeconomici. Le relazioni per paese serviranno come base per proseguire il dialogo con gli Stati membri e con i portatori di interessi a tutti i livelli, in vista della presentazione dei programmi nazionali ad aprile e della preparazione delle nuove raccomandazioni specifiche per paese in primavera.
Per la prima volta quest'anno, gli Stati membri sono stati consultati in merito agli elementi analitici delle relazioni prima della loro pubblicazione, anche per dare loro la possibilità di verificare l'esattezza dei dati e delle cifre. L'analisi finale è quella della Commissione. Le relazioni per paese comprendono anche iniziative politiche principali?? per alcuni paesi, che sono importanti per i paesi in questione o che possono servire da esempio per altri.
Quali sono le conclusioni generali delle relazioni per paese?
Le 27 relazioni per paese (per tutti gli Stati membri tranne la Grecia, che è oggetto di un apposito programma di sostegno alla stabilità) valutano i progressi compiuti dagli Stati membri nel dare seguito agli aspetti individuati nelle raccomandazioni specifiche per paese che hanno ricevuto lo scorso luglio. I progressi sono particolarmente incoraggianti per quanto riguarda il settore finanziario e la politica del mercato del lavoro, ambiti in cui molti Stati membri hanno preso provvedimenti per affrontare i problemi evidenziati lo scorso anno. In un contesto di bassi tassi di interesse, sono stati fatti progressi per quanto riguarda il risanamento delle finanze pubbliche. I progressi nel miglioramento del contesto imprenditoriale e nella promozione degli investimenti sono stati più variabili nei diversi Stati membri, mentre i settori che hanno registrato meno progressi sono l'apertura dei mercati dei prodotti e dei servizi e la lotta all'esclusione sociale.
La maggior parte degli Stati membri è sulla giusta via per conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020 in materia di riduzione delle emissioni, energie rinnovabili ed efficienza energetica, mentre il raggiungimento degli obiettivi stabiliti per quanto riguarda l'istruzione, l'occupazione, la riduzione della povertà e la spesa nel settore della ricerca e dello sviluppo richiederà un maggiore impegno.
L'assorbimento dei fondi dell'UE è migliorato, così come il modo in cui gli Stati membri utilizzano le risorse disponibili per progettare e attuare le riforme strutturali. Oltre che ai Fondi strutturali e di investimento europei, gli Stati membri possono accedere ai finanziamenti a titolo del Fondo europeo per gli investimenti strategici, il cosiddetto Fondo Juncker, nonché ad altri fondi dell'UE gestiti direttamente, come Orizzonte 2020 e il meccanismo per collegare l'Europa.
Essi possono inoltre ricevere un'assistenza tecnica, su richiesta, dal servizio di sostegno alle riforme strutturali per l'attuazione delle riforme chiave.

In che modo le relazioni per paese contribuiscono ad affrontare le priorità sociali e occupazionali nel quadro del semestre europeo?
Dall'inizio del suo mandato, la Commissione Juncker ha rafforzato l'importanza attribuita dal semestre europeo, il processo di coordinamento delle politiche economiche, alle priorità occupazionali e sociali. Gli Stati membri proseguono l'attuazione di una vasta gamma di riforme nel settore sociale, dell'occupazione e dell'istruzione. Tali riforme dovrebbero avvicinare gli Stati membri agli obiettivi della strategia Europa 2020 nei settori occupazionale e sociale: aiutare le persone a trovare lavoro, fornendo loro le competenze necessarie, e ridurre la povertà.
L'occupazione nell'UE ha raggiunto i 232 milioni nel 2016, il numero più elevato mai registrato. Il tasso di disoccupazione è sceso all'8,5%, il rischio di povertà o di esclusione sociale è il più basso degli ultimi cinque anni e la distribuzione complessiva del reddito è più uniforme rispetto ad altre importanti economie. Permangono tuttavia notevoli difficoltà, poiché l'elevata disoccupazione, la povertà e la disuguaglianza in alcuni paesi continuano ad essere problemi gravi a seguito della crisi economica e finanziaria. Inoltre, vi sono ancora notevoli differenze tra gli Stati membri, ragione per cui deve essere promossa una maggiore convergenza dei risultati.
Per valutare meglio le tendenze a livello sociale e occupazionale, nel 2014 la Commissione ha incluso nel quadro di valutazione della procedura per gli squilibri macroeconomici nuovi indicatori sociali e occupazionali, quali il tasso di attività, la disoccupazione di lunga durata e la disoccupazione giovanile. Il pacchetto odierno evidenzia questioni riguardanti le competenze, l'istruzione e la formazione, le pensioni e la situazione dei lavoratori più anziani, la povertà e l'inclusione sociale, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e le politiche attive del mercato del lavoro, compresi i servizi pubblici per l'impiego.

Misure nell'ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici 
Cosa sono gli esami approfonditi?
Gli esami approfonditi sono effettuati nel contesto della procedura per gli squilibri macroeconomici, per individuare e prevenire la comparsa di squilibri macroeconomici potenzialmente deleteri che potrebbero nuocere alla stabilità economica di un paese, della zona euro o dell'UE nel suo complesso. Dapprima la relazione sul meccanismo individua, sulla base di un quadro di valutazione degli indicatori pubblicato ogni anno a novembre, gli Stati membri che presentano possibili squilibri economici. Successivamente la Commissione effettua un esame approfondito per valutare se esistono effettivamente squilibri o squilibri eccessivi in questi paesi e per valutarne la gravità. Per i paesi in cui è stato effettuato un esame approfondito, i risultati sono inclusi nelle relazioni per paese.
Negli esami approfonditi sono analizzati diversi aspetti quali la sostenibilità dei conti con l'estero, i saldi risparmio/investimenti, i tassi di cambio effettivi, le quote del mercato delle esportazioni, la competitività di costo e non di costo, la produttività, il debito pubblico e privato, i prezzi degli immobili residenziali, i flussi di credito, i sistemi finanziari, la disoccupazione e altre variabili.
Dopo la pubblicazione della relazione sul meccanismo di allerta, i servizi della Commissione sono stati in stretto contatto con esperti delle autorità nazionali e con le parti interessate per raccogliere le informazioni più recenti e svolgere le analisi.

Che cosa si intende per "squilibri macroeconomici"?
Nel quadro del semestre europeo, si intende per squilibrio macroeconomico "ogni tendenza che possa determinare sviluppi macroeconomici che hanno, o potrebbero avere, effetti negativi sul corretto funzionamento dell'economia di uno Stato membro, dell'Unione economica e monetaria o dell'intera Unione," mentre gli squilibri eccessivi sono "squilibri gravi, compresi quelli che mettono o potrebbero mettere a rischio il corretto funzionamento dell'Unione economica e monetaria."
Le situazioni che rientrano nella definizione di squilibri sono quelle che rappresentano una minaccia per la stabilità macroeconomica dell'economia dello Stato membro, della zona euro o dell'UE nel suo complesso. Tali situazioni possono essere legate a tendenze non sostenibili (ad esempio, una crescita eccessiva e prolungata dei prezzi delle abitazioni) che potrebbero causare correzioni destabilizzanti, oppure alla presenza di vulnerabilità (ad esempio, ingenti stock di debito) che pesano sull'economia e amplificano l'effetto degli shock macroeconomici.

Quali sono i paesi per i quali la Commissione ha effettuato esami approfonditi? Quali sono i paesi in cui si ritiene siano presenti squilibri?
Nella relazione 2017 sul meccanismo di allerta, la Commissione ha individuato 13 Stati membri da sottoporre ad un esame approfondito: Bulgaria, Croazia, Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia. In tutti i 13 paesi sono stati riscontrati squilibri o squilibri eccessivi anche nel 2016.
Nel caso della Grecia la sorveglianza degli squilibri e il monitoraggio delle misure correttive proseguono nel contesto del programma di sostegno alla stabilità.
le conclusioni principali delle relazioni di quest'anno si possono riassumere come segue.
  • La Finlandia è ritenuta esente da squilibri economici ai sensi della procedura.
  • Si ritiene che Germania, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Slovenia e Svezia presentino squilibri economici.
  • Bulgaria, Francia, Croazia, Italia, Portogallo e Cipro presentano squilibri economici eccessivi.
Ciò significa che rispetto al 2016 vi sono meno Stati membri in cui stati individuati squilibri.
  • Irlanda e Slovenia presentano tuttora squilibri. Una serie di sviluppi economici positivi e le riforme attuate indicano che tali squilibri sono in via di graduale correzione. La correzione duratura degli squilibri è a portata di mano, a condizione che siano compiuti ulteriori sforzi. La Commissione seguirà pertanto gli sviluppi economici in questi due paesi e gli impegni futuri, in particolare i rispettivi programmi nazionali di riforma (PNR), per preparare il prossimo esame approfondito.
  • La Germania presenta alcuni squilibri che si manifestano nell'attuale avanzo elevato delle partite correnti. Gli sviluppi economici recenti non indicano una correzione di tali squilibri, sebbene siano stati compiuti alcuni progressi nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese relative alla procedura per gli squilibri macroeconomici dello scorso anno.
    La Commissione seguirà pertanto gli sviluppi economici e i futuri impegni politici, in particolare il programma nazionale di riforma e un eventuale nuovo PNR elaborato dal prossimo governo, per preparare il suo prossimo esame approfondito.
  • La Francia presenta tuttora squilibri eccessivi, anche se una serie di sviluppi economici e le riforme attuate indicano che sono in via di graduale correzione. Sono necessari ulteriori sforzi per conseguire una correzione duratura degli squilibri. La Commissione seguirà pertanto gli sviluppi economici e i futuri impegni, in particolare il programma nazionale di riforma e un eventuale nuovo PNR elaborato dal prossimo governo, per preparare il suo prossimo esame approfondito. In base a tale esame, la Commissione potrebbe considerare la possibilità di rivedere la classificazione, che passerebbe da squilibri eccessivi a squilibri.
  • Per tre paesi che presentano squilibri eccessivi, ovvero Cipro, Italia e Portogallo, alla luce delle carenze strutturali persistenti che emergono dall'esame approfondito, la Commissione riesaminerà la sua valutazione a maggio, tenendo conto del grado di ambizione dei rispettivi programmi nazionali di riforma.
Prossime tappe
Il Consiglio discuterà quanto rilevato dalla Commissione nelle relazioni per paese e negli esami approfonditi inclusi in alcune di esse. Successivamente la Commissione terrà incontri bilaterali con gli Stati membri per discutere le relazioni per paese. I Vicepresidenti e i Commissari si recheranno negli Stati membri per incontrare gli esponenti dei governi e dei parlamenti nazionali, le parti sociali e altre parti interessate.
Entro metà aprile gli Stati membri dovrebbero affrontare le sfide individuate nei loro programmi nazionali di riforma e nei loro programmi di stabilità (per i paesi della zona euro) o di convergenza (per i paesi non appartenenti alla zona euro) in relazione alle finanze pubbliche.
Gli Stati membri dovrebbero coinvolgere strettamente i parlamenti nazionali e le parti sociali e garantire la partecipazione di una più ampia gamma di parti interessate al processo di riforma. Gli Stati membri saranno invitati inoltre a spiegare in che modo gli enti regionali e locali sono coinvolti nella preparazione del programma, in quanto il successo dell'attuazione dipende da vari livelli di governo.
Sulla base di tutti questi elementi, nella tarda primavera la Commissione presenterà le sue proposte di raccomandazioni specifiche per paese incentrate sulle principali sfide che ciascun paese dovrebbe affrontare.

Patto di bilancio
Che cos'è il patto di bilancio?
Il patto di bilancio è l'elemento centrale del trattato intergovernativo sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria. Il trattato, firmato il 2 marzo 2012 dai leader di 25 Stati membri dell'UE, ha predisposto una disciplina di bilancio e una sorveglianza più rigorose nella zona euro, istituendo in particolare la "regola del pareggio di bilancio". Il trattato è entrato in vigore il 1° gennaio 2013.
Il patto di bilancio è il risultato di una revisione approfondita delle disposizioni in materia di governance economica dell'UE e della zona euro dopo la crisi economica e finanziaria. Uno degli obiettivi era completare il quadro di bilancio dell'UE fondato su un insieme di regole - il patto di stabilità e crescita - mediante disposizioni a livello nazionale, in modo da istituire politiche di bilancio sane e prevenire l'emergere di disavanzi eccessivi.
Il trattato sul patto di bilancio stabilisce che i bilanci nazionali devono essere in pareggio o in attivo conformemente alla regola del pareggio di bilancio, un criterio che è rispettato se il disavanzo strutturale annuale delle amministrazioni pubbliche non supera lo 0,5% del PIL ai prezzi di mercato. I bilanci devono inoltre essere in linea con l'obiettivo di bilancio a medio termine specifico per paese, definito nel patto di stabilità e crescita dell'UE.
La regola del pareggio di bilancio doveva essere recepita negli ordinamenti giuridici nazionali, preferibilmente a livello di Costituzione, entro un anno dall'entrata in vigore del trattato, vale a dire entro il 1º gennaio 2014. Dopo la scadenza del termine, nel luglio 2015 i servizi della Commissione hanno chiesto alle parti contraenti informazioni in merito alle disposizioni nazionali in questione. Successivamente, nel maggio 2016 la Commissione, laddove aveva individuato potenziali problemi di conformità, ha invitato le parti contraenti a trasmettere osservazioni formali. La relazione odierna costituisce la conclusione di tale processo.
Da questa relazione emerge che tutti gli Stati membri che sono parti del patto di bilancio ne hanno integrato la sostanza nei propri quadri di bilancio nazionali. Gli assetti nazionali differiscono gli uni dagli altri, una conseguenza naturale del quadro istituito dal trattato che stabilisce principi e prescrizioni relativamente ampi.
Al momento dell'accordo sul patto di bilancio, non è stato possibile concludere il trattato nell'ambito dell'ordinamento giuridico dell'Unione, e per questa ragione è stata scelta l'opzione di un trattato intergovernativo. Occorrerebbe tuttavia adottare provvedimenti per l'integrazione nel diritto dell'Unione del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria al fine di rafforzare la responsabilità e la legittimità democratiche in tutta l'Unione.
Il patto di bilancio rafforza inoltre le norme di bilancio, integrandovi l'impegno assunto dalle parti contraenti della zona euro di adottare decisioni e raccomandazioni del Consiglio dell'UE nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi a meno che una maggioranza qualificata non vi si opponga.
La concessione di nuova assistenza finanziaria nell'ambito del meccanismo europeo di stabilità è, sulla base di un'intesa politica, subordinata alla ratifica del patto di bilancio e al recepimento a tempo debito della regola del pareggio di bilancio nel diritto nazionale.
Il patto di bilancio è giuridicamente vincolante come un accordo internazionale. Esso si applica soltanto alle parti contraenti che hanno adottato l'euro come valuta, mentre le altre parti sono vincolate dalle sue disposizioni via via che adottano l'euro, a meno che non dichiarino la loro volontà di essere vincolate da alcune disposizioni ad una data antecedente.

Qual è lo scopo della relazione odierna sul patto di bilancio?
L'obiettivo della relazione è valutare formalmente se le disposizioni nazionali adottate sono conformi al patto di bilancio. La relazione non mira a valutare l'adeguato funzionamento delle disposizioni di attuazione, in quanto questo tipo di valutazione esula dal mandato conferito alla Commissione.

Perché la relazione è pubblicata oggi?
Da quando il patto di bilancio è entrato in vigore nel 2013, sono stati organizzati diversi cicli di consultazioni tra la Commissione e gli Stati membri interessati per sostenere e monitorare i progressi compiuti nel suo recepimento.
Queste consultazioni hanno prodotto due risultati positivi: in primo luogo, hanno favorito la qualità del recepimento negli ordinamenti nazionali, incoraggiando l'adozione di modifiche pertinenti da parte di alcuni Stati membri; in secondo luogo, hanno consentito di migliorare l'accuratezza della valutazione della Commissione grazie ai chiarimenti apportati dagli Stati membri su punti specifici del recepimento.
La Commissione ha periodicamente informato gli Stati membri sullo stato di avanzamento della sua valutazione attraverso il comitato economico e finanziario.

Situazione debitoria dell'Italia
Cosa ha deciso oggi la Commissione in relazione all'Italia?
La Commissione ha adottato oggi una relazione sull'Italia ai sensi dell'articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in cui esamina il rispetto, da parte di questo paese, del criterio del debito di cui al patto di stabilità e crescita e dei tempi previsti per il percorso di riduzione del debito.
La relazione giunge alla conclusione che se le misure strutturali aggiuntive, equivalenti ad almeno lo 0,2% del PIL, che il governo si è impegnato ad adottare al più tardi nell'aprile 2017 non sono attuate in modo credibile entro tale data al fine di ridurre il divario di conformità generale con i requisiti del braccio preventivo nel 2017 (e, quindi, nel 2016), si dovrebbe ritenere che il criterio del debito definito nel trattato e nel regolamento (CE) n. 1467/1997 non sia soddisfatto.
Tuttavia, una decisione in merito all'opportunità di raccomandare l'avvio di una procedura per i disavanzi eccessivi sarà presa soltanto sulla base delle previsioni di primavera 2017 della Commissione, tenendo conto dei dati relativi ai risultati per il 2016 e dell'attuazione degli impegni di bilancio assunti dalle autorità italiane nel febbraio 2017.

Per quale motivo la Commissione è tenuta a presentare questa relazione?
La scorsa primavera la Commissione europea si è impegnata a elaborare una nuova relazione relativa all'Italia a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, non appena fossero state disponibili nuove informazioni sul percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine per il 2017, anche alla luce del bilancio approvato. Pubblicando la relazione aggiornata a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, la Commissione onora l'impegno che si è assunta la scorsa primavera. La tempistica consente peraltro all'Italia di adottare le misure necessarie nel 2017 per garantire un adeguato aggiustamento verso l'obiettivo a medio termine, un fattore fondamentale di cui occorre tener conto per trarre conclusioni circa la conformità dell'Italia al criterio del debito.
L'articolo 126, paragrafo 3, del TFUE dispone che, se uno Stato membro non rispetta i requisiti previsti dal criterio di disavanzo e/o dal criterio di debito, la Commissione è tenuta a elaborare una relazione. La relazione deve anche tener conto di tutti i fattori pertinenti, compresa la posizione economica e di bilancio a medio termine dello Stato membro. Nel caso dell'Italia, la relazione è stata redatta per verificare la conformità del paese con il criterio del debito. Uno Stato membro non è conforme al requisito relativo al debito se il livello di indebitamento delle amministrazioni pubbliche è superiore al 60% del PIL e non diminuisce ad un ritmo soddisfacente. L'articolo 126, paragrafo 3, costituisce il primo passo per valutare l'opportunità di avviare una procedura per i disavanzi eccessivi.

Cosa comporta la relazione in questione?
A questo punto spetta al Comitato economico e finanziario elaborare, entro due settimane, un parere sulla relazione della Commissione ai sensi dell'articolo 126, paragrafo 3, valutando la potenziale violazione del criterio del debito da parte dell'Italia.

Errata rappresentazione dei dati statistici da parte dell'Austria
Di quali poteri dispone la Commissione per indagare sulle irregolarità nelle statistiche degli Stati membri?
Dal 2011 la Commissione (Eurostat) ha facoltà di esaminare in modo più dettagliato la qualità delle statistiche degli Stati membri per garantire l'affidabilità della sorveglianza economica e di bilancio. Può organizzare visite in loco e verificare i conti delle amministrazioni pubbliche a livello centrale, statale, regionale e locale, comprese le relative informazioni contabili e altre fonti pertinenti.
Qualora vi sia il sospetto che uno Stato membro abbia fornito un'errata rappresentazione dei dati relativi al disavanzo e al debito, volontariamente o per negligenza grave, la Commissione può avviare un procedimento d'indagine formale. Se risulta che vi è stata manipolazione di dati, la Commissione può proporre al Consiglio di imporre un'ammenda a uno Stato membro della zona euro ai sensi dell'articolo 8 del regolamento (UE) n. 1173/2011 del "Six Pack".

Una nota informativa (memo) separata è reperibile qui.

Per ulteriori informazioni
MEMO/17/309

Contatti per la stampa:
Informazioni al pubblico: contattare Europe Direct telefonicamente allo 00 800 67 89 10 11 o per e-mail

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