Commissione europea - Scheda informativa
Semestre europeo 2017: Spiegazioni sul pacchetto d'inverno
Bruxelles, 22 febbraio 2017
Cosa prevede il pacchetto odierno?
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La Commissione pubblica oggi:
- 27 relazioni per paese (per tutti gli Stati membri ad eccezione della Grecia, che è oggetto di un programma di sostegno alla stabilità), compresi gli esami approfonditi per i 13 Stati membri indicati nella Relazione sul meccanismo di allerta dello scorso novembre
- una Comunicazione introduttiva sui principali risultati delle Relazioni per paese e degli esami approfonditi
- una relazione sull'attuazione del Patto di bilancio nei quadri normativi nazionali e una comunicazione di accompagnamento dal titolo "Fiscal Compact: Taking Stock"
- una relazione che esamina il rispetto, da parte dell'Italia, del criterio del debito a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del trattato
- una relazione e una proposta al Consiglio relativa all'imposizione di un'ammenda all'Austria per errata rappresentazione di dati statistici nel Land Salzburg
Relazioni per paese
Cosa sono le relazioni per paese?
Le relazioni per paese sono documenti che forniscono una panoramica delle
sfide economiche e sociali nei diversi Stati membri. Le relazioni sono uno strumento nell'ambito del
Semestre europeo,
il processo di coordinamento delle politiche economiche per monitorare
le riforme e individuare le sfide che gli Stati membri devono
affrontare. Per i paesi per i quali la
Relazione sul
meccanismo di allerta
ha riconosciuto la necessità di un esame approfondito a novembre, tali
relazioni comprendono analisi volte a stabilire
se, e in quale misura, i paesi presentano squilibri macroeconomici. Le
relazioni per paese serviranno come base per proseguire il dialogo con
gli Stati membri e con i portatori di interessi a tutti i livelli, in
vista della presentazione dei programmi nazionali
ad aprile e della preparazione delle nuove raccomandazioni specifiche
per paese in primavera.
Per
la prima volta quest'anno, gli Stati membri sono stati consultati in
merito
agli elementi analitici delle relazioni prima della loro pubblicazione,
anche per dare loro la possibilità di verificare l'esattezza dei dati e
delle cifre. L'analisi finale è quella della Commissione. Le relazioni
per paese comprendono anche iniziative politiche
principali?? per alcuni paesi, che sono importanti per i paesi in
questione o che possono servire da esempio per altri.
Quali sono le conclusioni generali delle relazioni per paese?
Le
27 relazioni per paese (per tutti gli Stati membri tranne la Grecia,
che
è oggetto di un apposito programma di sostegno alla stabilità) valutano
i progressi compiuti dagli Stati membri nel dare seguito agli aspetti
individuati nelle raccomandazioni specifiche per paese che hanno
ricevuto lo scorso luglio. I progressi sono particolarmente
incoraggianti per quanto riguarda il settore finanziario e la politica
del mercato del lavoro, ambiti in cui molti Stati membri hanno preso
provvedimenti per affrontare i problemi evidenziati lo scorso anno. In
un contesto di bassi tassi di interesse, sono
stati fatti progressi per quanto riguarda il risanamento delle finanze
pubbliche. I progressi nel miglioramento del contesto imprenditoriale e
nella promozione degli investimenti sono stati più variabili nei diversi
Stati membri, mentre i settori che hanno
registrato meno progressi sono l'apertura dei mercati dei prodotti e
dei servizi e la lotta all'esclusione sociale.
La maggior parte degli Stati membri è sulla giusta via per conseguire gli
obiettivi della
strategia Europa 2020
in materia di riduzione delle emissioni, energie rinnovabili ed
efficienza energetica, mentre il raggiungimento degli
obiettivi stabiliti per quanto riguarda l'istruzione, l'occupazione, la
riduzione della povertà e la spesa nel settore della ricerca e dello
sviluppo richiederà un maggiore impegno.
L'assorbimento
dei fondi dell'UE è migliorato, così come il modo in cui gli
Stati membri utilizzano le risorse disponibili per progettare e attuare
le riforme strutturali. Oltre che ai Fondi strutturali e di
investimento europei, gli Stati membri possono accedere ai finanziamenti
a titolo del Fondo europeo per gli investimenti strategici,
il cosiddetto Fondo Juncker, nonché ad altri fondi dell'UE gestiti
direttamente, come Orizzonte 2020 e il meccanismo per collegare
l'Europa.
Essi possono inoltre ricevere un'assistenza tecnica, su richiesta, dal
servizio di sostegno alle riforme
strutturali per l'attuazione delle riforme chiave.
In che modo le relazioni per paese contribuiscono ad affrontare le priorità
sociali e occupazionali nel quadro del semestre europeo?
Dall'inizio
del suo mandato, la Commissione Juncker ha rafforzato l'importanza
attribuita dal semestre europeo, il processo di coordinamento delle
politiche economiche, alle priorità occupazionali e sociali. Gli Stati
membri proseguono l'attuazione di una vasta gamma di riforme nel settore
sociale, dell'occupazione e dell'istruzione.
Tali riforme dovrebbero avvicinare gli Stati membri agli obiettivi
della strategia Europa 2020 nei settori occupazionale e sociale: aiutare
le persone a trovare lavoro, fornendo loro le competenze necessarie, e
ridurre la povertà.
L'occupazione
nell'UE ha raggiunto i 232 milioni nel 2016, il numero più elevato
mai registrato. Il tasso di disoccupazione è sceso all'8,5%, il rischio
di povertà o di esclusione sociale è il più basso degli ultimi cinque
anni e la distribuzione complessiva del reddito è più uniforme rispetto
ad altre importanti economie. Permangono tuttavia
notevoli difficoltà, poiché l'elevata disoccupazione, la povertà e la
disuguaglianza in alcuni paesi continuano ad essere problemi gravi a
seguito della crisi economica e finanziaria. Inoltre, vi sono ancora
notevoli differenze tra gli Stati membri, ragione
per cui deve essere promossa una maggiore convergenza dei risultati.
Per
valutare meglio le tendenze a livello sociale e occupazionale, nel 2014
la Commissione ha incluso nel quadro di valutazione della procedura per
gli squilibri macroeconomici nuovi indicatori sociali e occupazionali,
quali il tasso di attività, la disoccupazione di lunga durata e la
disoccupazione giovanile. Il pacchetto odierno
evidenzia questioni riguardanti le competenze, l'istruzione e la
formazione, le pensioni e la situazione dei lavoratori più anziani, la
povertà e l'inclusione sociale, la partecipazione delle donne al mercato
del lavoro e le politiche attive del mercato del
lavoro, compresi i servizi pubblici per l'impiego.
Misure nell'ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici
Cosa sono gli esami approfonditi?
Gli
esami approfonditi sono effettuati nel contesto della procedura per gli
squilibri macroeconomici, per individuare e prevenire la comparsa di
squilibri macroeconomici potenzialmente deleteri che potrebbero nuocere
alla stabilità economica di un paese, della zona euro o dell'UE nel suo
complesso. Dapprima la relazione sul meccanismo
individua, sulla base
di un quadro di valutazione degli indicatori
pubblicato ogni anno a novembre, gli Stati membri che presentano
possibili squilibri economici.
Successivamente la Commissione effettua un esame approfondito per
valutare se esistono effettivamente squilibri o squilibri eccessivi in
questi paesi e per valutarne la gravità. Per i paesi in cui è stato
effettuato un esame approfondito, i risultati sono
inclusi nelle relazioni per paese.
Negli
esami approfonditi sono analizzati diversi aspetti quali la
sostenibilità
dei conti con l'estero, i saldi risparmio/investimenti, i tassi di
cambio effettivi, le quote del mercato delle esportazioni, la
competitività di costo e non di costo, la produttività, il debito
pubblico e privato, i prezzi degli immobili residenziali, i flussi
di credito, i sistemi finanziari, la disoccupazione e altre variabili.
Dopo
la pubblicazione della relazione sul meccanismo di allerta, i servizi
della Commissione sono stati in stretto contatto con esperti delle
autorità nazionali e con le parti interessate per raccogliere le
informazioni più recenti e svolgere le analisi.
Che cosa si intende per "squilibri macroeconomici"?
Nel
quadro del semestre europeo, si intende per squilibrio macroeconomico
"ogni tendenza che possa determinare sviluppi macroeconomici che hanno,
o potrebbero avere, effetti negativi sul corretto funzionamento
dell'economia di uno Stato membro, dell'Unione economica e monetaria o
dell'intera Unione," mentre gli squilibri eccessivi
sono "squilibri gravi, compresi quelli che mettono o potrebbero mettere
a rischio il corretto funzionamento dell'Unione economica e monetaria."
Le
situazioni che rientrano nella definizione di squilibri sono quelle che
rappresentano una minaccia per la stabilità macroeconomica
dell'economia dello Stato membro, della zona euro o dell'UE nel suo
complesso. Tali situazioni possono essere legate a tendenze non
sostenibili (ad esempio, una crescita eccessiva e prolungata dei
prezzi delle abitazioni) che potrebbero causare correzioni
destabilizzanti, oppure alla presenza di vulnerabilità (ad esempio,
ingenti stock di debito) che pesano sull'economia e amplificano
l'effetto degli shock macroeconomici.
Quali sono i paesi per i quali la Commissione ha effettuato esami approfonditi?
Quali sono i paesi in cui si ritiene siano presenti squilibri?
Nella relazione 2017 sul meccanismo di allerta, la Commissione ha individuato
13 Stati membri da sottoporre ad un esame approfondito: Bulgaria, Croazia, Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna
e Svezia. In tutti i 13 paesi sono stati riscontrati squilibri o squilibri eccessivi anche nel 2016.
Nel caso della
Grecia la sorveglianza degli squilibri e il monitoraggio delle
misure correttive proseguono nel contesto del programma di sostegno alla
stabilità.
le conclusioni principali delle relazioni di quest'anno si possono riassumere
come segue.
- La Finlandia è ritenuta esente da squilibri economici ai sensi della procedura.
- Si ritiene che Germania, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Slovenia e Svezia presentino squilibri economici.
- Bulgaria, Francia, Croazia, Italia, Portogallo e Cipro presentano squilibri economici eccessivi.
Ciò significa che rispetto al 2016 vi sono meno Stati membri in cui stati
individuati squilibri.
- Irlanda e Slovenia presentano tuttora squilibri. Una serie di sviluppi economici positivi e le riforme attuate indicano che tali squilibri sono in via di graduale correzione. La correzione duratura degli squilibri è a portata di mano, a condizione che siano compiuti ulteriori sforzi. La Commissione seguirà pertanto gli sviluppi economici in questi due paesi e gli impegni futuri, in particolare i rispettivi programmi nazionali di riforma (PNR), per preparare il prossimo esame approfondito.
-
La
Germania presenta alcuni squilibri che si manifestano
nell'attuale avanzo elevato delle partite correnti. Gli sviluppi
economici recenti non indicano una correzione di tali squilibri, sebbene
siano stati compiuti alcuni progressi nel dar seguito alle
raccomandazioni specifiche per paese relative alla procedura per gli
squilibri macroeconomici dello scorso anno.
La Commissione seguirà pertanto gli sviluppi economici e i futuri impegni politici, in particolare il programma nazionale di riforma e un eventuale nuovo PNR elaborato dal prossimo governo, per preparare il suo prossimo esame approfondito. - La Francia presenta tuttora squilibri eccessivi, anche se una serie di sviluppi economici e le riforme attuate indicano che sono in via di graduale correzione. Sono necessari ulteriori sforzi per conseguire una correzione duratura degli squilibri. La Commissione seguirà pertanto gli sviluppi economici e i futuri impegni, in particolare il programma nazionale di riforma e un eventuale nuovo PNR elaborato dal prossimo governo, per preparare il suo prossimo esame approfondito. In base a tale esame, la Commissione potrebbe considerare la possibilità di rivedere la classificazione, che passerebbe da squilibri eccessivi a squilibri.
- Per tre paesi che presentano squilibri eccessivi, ovvero Cipro, Italia e Portogallo, alla luce delle carenze strutturali persistenti che emergono dall'esame approfondito, la Commissione riesaminerà la sua valutazione a maggio, tenendo conto del grado di ambizione dei rispettivi programmi nazionali di riforma.
Prossime tappe
Il
Consiglio discuterà quanto rilevato dalla Commissione nelle relazioni
per
paese e negli esami approfonditi inclusi in alcune di esse.
Successivamente la Commissione terrà incontri bilaterali con gli Stati
membri per discutere le relazioni per paese. I Vicepresidenti e i
Commissari si recheranno negli Stati membri per incontrare
gli esponenti dei governi e dei parlamenti nazionali, le parti sociali e
altre parti interessate.
Entro
metà aprile gli Stati membri dovrebbero affrontare le sfide individuate
nei loro programmi nazionali di riforma e nei loro programmi di
stabilità (per i paesi della zona euro) o di convergenza (per i paesi
non appartenenti alla zona euro) in relazione alle finanze pubbliche.
Gli
Stati membri dovrebbero coinvolgere strettamente i parlamenti nazionali
e le parti sociali e garantire la partecipazione di una più ampia gamma
di parti interessate al processo di riforma. Gli Stati membri saranno
invitati inoltre a spiegare in che modo gli enti regionali e locali sono
coinvolti nella preparazione del programma,
in quanto il successo dell'attuazione dipende da vari livelli di
governo.
Sulla
base di tutti questi elementi, nella tarda primavera la Commissione
presenterà le sue proposte di raccomandazioni specifiche per paese
incentrate sulle principali sfide che ciascun paese dovrebbe affrontare.
Patto di bilancio
Che cos'è il patto di bilancio?
Il
patto di bilancio è l'elemento centrale del trattato intergovernativo
sulla
stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e
monetaria. Il trattato, firmato il 2 marzo 2012 dai leader di 25 Stati
membri dell'UE, ha predisposto una disciplina di bilancio e una
sorveglianza più rigorose nella zona euro, istituendo
in particolare la "regola del pareggio di bilancio". Il trattato è
entrato in vigore il 1° gennaio 2013.
Il
patto di bilancio è il risultato di una revisione approfondita delle
disposizioni
in materia di governance economica dell'UE e della zona euro dopo la
crisi economica e finanziaria. Uno degli obiettivi era completare il
quadro di bilancio dell'UE fondato su un insieme di regole - il patto di
stabilità e crescita - mediante disposizioni
a livello nazionale, in modo da istituire politiche di bilancio sane e
prevenire l'emergere di disavanzi eccessivi.
Il
trattato sul patto di bilancio stabilisce che i bilanci nazionali
devono
essere in pareggio o in attivo conformemente alla regola del pareggio
di bilancio, un criterio che è rispettato se il disavanzo strutturale
annuale delle amministrazioni pubbliche non supera lo 0,5% del PIL ai
prezzi di mercato. I bilanci devono inoltre essere
in linea con l'obiettivo di bilancio a medio termine specifico per
paese, definito nel patto di stabilità e crescita dell'UE.
La
regola del pareggio di bilancio doveva essere recepita negli
ordinamenti
giuridici nazionali, preferibilmente a livello di Costituzione, entro
un anno dall'entrata in vigore del trattato, vale a dire entro il 1º
gennaio 2014. Dopo la scadenza del termine, nel luglio 2015 i servizi
della Commissione hanno chiesto alle parti contraenti
informazioni in merito alle disposizioni nazionali in questione.
Successivamente, nel maggio 2016 la Commissione, laddove aveva
individuato potenziali problemi di conformità, ha invitato le parti
contraenti a trasmettere osservazioni formali. La relazione
odierna costituisce la conclusione di tale processo.
Da
questa relazione emerge che tutti gli Stati membri che sono parti del
patto
di bilancio ne hanno integrato la sostanza nei propri quadri di
bilancio nazionali. Gli assetti nazionali differiscono gli uni dagli
altri, una conseguenza naturale del quadro istituito dal trattato che
stabilisce principi e prescrizioni relativamente ampi.
Al
momento dell'accordo sul patto di bilancio, non è stato possibile
concludere
il trattato nell'ambito dell'ordinamento giuridico dell'Unione, e per
questa ragione è stata scelta l'opzione di un trattato intergovernativo.
Occorrerebbe tuttavia adottare provvedimenti per l'integrazione nel
diritto dell'Unione del trattato sulla stabilità,
sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria
al fine di rafforzare la responsabilità e la legittimità democratiche in
tutta l'Unione.
Il
patto di bilancio rafforza inoltre le norme di bilancio, integrandovi
l'impegno
assunto dalle parti contraenti della zona euro di adottare decisioni e
raccomandazioni del Consiglio dell'UE nell'ambito della procedura per i
disavanzi eccessivi a meno che una maggioranza qualificata non vi si
opponga.
La
concessione di nuova assistenza finanziaria nell'ambito del meccanismo
europeo di stabilità è, sulla base di un'intesa politica, subordinata
alla ratifica del patto di bilancio e al recepimento a tempo debito
della regola del pareggio di bilancio nel diritto nazionale.
Il
patto di bilancio è giuridicamente vincolante come un accordo
internazionale.
Esso si applica soltanto alle parti contraenti che hanno adottato
l'euro come valuta, mentre le altre parti sono vincolate dalle sue
disposizioni via via che adottano l'euro, a meno che non dichiarino la
loro volontà di essere vincolate da alcune disposizioni
ad una data antecedente.
Qual è lo scopo della relazione odierna sul patto di bilancio?
L'obiettivo
della relazione è valutare formalmente se le disposizioni nazionali
adottate sono conformi al patto di bilancio. La relazione non mira a
valutare l'adeguato funzionamento delle disposizioni di attuazione, in
quanto questo tipo di valutazione esula dal mandato conferito alla
Commissione.
Perché la relazione è pubblicata oggi?
Da
quando il patto di bilancio è entrato in vigore nel 2013, sono stati
organizzati
diversi cicli di consultazioni tra la Commissione e gli Stati membri
interessati per sostenere e monitorare i progressi compiuti nel suo
recepimento.
Queste
consultazioni hanno prodotto due risultati positivi: in primo luogo,
hanno favorito la qualità del recepimento negli ordinamenti nazionali,
incoraggiando l'adozione di modifiche pertinenti da parte di alcuni
Stati membri; in secondo luogo, hanno consentito di migliorare
l'accuratezza della valutazione della Commissione grazie
ai chiarimenti apportati dagli Stati membri su punti specifici del
recepimento.
La Commissione ha periodicamente informato gli Stati membri sullo stato di
avanzamento della sua valutazione attraverso il comitato
economico e finanziario.
Situazione debitoria dell'Italia
Cosa ha deciso oggi la Commissione in relazione all'Italia?
La
Commissione ha adottato oggi una relazione sull'Italia ai sensi
dell'articolo
126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea
(TFUE), in cui esamina il rispetto, da parte di questo paese, del
criterio del debito di cui al patto di stabilità e crescita e dei tempi
previsti per il percorso di riduzione del debito.
La
relazione giunge alla conclusione che se le misure strutturali
aggiuntive,
equivalenti ad almeno lo 0,2% del PIL, che il governo si è impegnato ad
adottare al più tardi nell'aprile 2017 non sono attuate in modo
credibile entro tale data al fine di ridurre il divario di conformità
generale con i requisiti del braccio preventivo nel
2017 (e, quindi, nel 2016), si dovrebbe ritenere che il criterio del
debito definito nel trattato e nel regolamento (CE) n. 1467/1997 non sia
soddisfatto.
Tuttavia,
una decisione in merito all'opportunità di raccomandare l'avvio
di una procedura per i disavanzi eccessivi sarà presa soltanto sulla
base delle previsioni di primavera 2017 della Commissione, tenendo conto
dei dati relativi ai risultati per il 2016 e dell'attuazione degli
impegni di bilancio assunti dalle autorità italiane
nel febbraio 2017.
Per quale motivo la Commissione è tenuta a presentare questa relazione?
La
scorsa primavera la Commissione europea si è impegnata a elaborare una
nuova relazione relativa all'Italia a norma dell'articolo 126,
paragrafo 3, non appena fossero state disponibili nuove informazioni sul
percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine
per il 2017, anche alla luce del bilancio approvato.
Pubblicando la relazione aggiornata a norma dell'articolo 126,
paragrafo 3, la Commissione onora l'impegno che si è assunta la scorsa
primavera. La tempistica consente peraltro all'Italia di adottare le
misure necessarie nel 2017 per garantire un adeguato
aggiustamento verso l'obiettivo a medio termine, un fattore
fondamentale di cui occorre tener conto per trarre conclusioni circa la
conformità dell'Italia al criterio del debito.
L'articolo
126, paragrafo 3, del TFUE dispone che, se uno Stato membro non
rispetta i requisiti previsti dal criterio di disavanzo e/o dal
criterio di debito, la Commissione è tenuta a elaborare una relazione.
La relazione deve anche tener conto di tutti i fattori pertinenti,
compresa la posizione economica e di bilancio a medio
termine dello Stato membro. Nel caso dell'Italia, la relazione è stata
redatta per verificare la conformità del paese con il criterio del
debito. Uno Stato membro non è conforme al requisito relativo al debito
se il livello di indebitamento delle amministrazioni
pubbliche è superiore al 60% del PIL e non diminuisce ad un ritmo
soddisfacente. L'articolo 126, paragrafo 3, costituisce il primo passo
per valutare l'opportunità di avviare una procedura per i disavanzi
eccessivi.
Cosa comporta la relazione in questione?
A
questo punto spetta al Comitato economico e finanziario elaborare,
entro
due settimane, un parere sulla relazione della Commissione ai sensi
dell'articolo 126, paragrafo 3, valutando la potenziale violazione del
criterio del debito da parte dell'Italia.
Errata rappresentazione dei dati statistici da parte dell'Austria
Di quali poteri dispone la Commissione per indagare sulle irregolarità
nelle statistiche degli Stati membri?
Dal
2011 la Commissione (Eurostat) ha facoltà di esaminare in modo più
dettagliato
la qualità delle statistiche degli Stati membri per garantire
l'affidabilità della sorveglianza economica e di bilancio. Può
organizzare visite in loco e verificare i conti delle amministrazioni
pubbliche a livello centrale, statale, regionale e locale, comprese
le relative informazioni contabili e altre fonti pertinenti.
Qualora
vi sia il sospetto che uno Stato membro abbia fornito un'errata
rappresentazione
dei dati relativi al disavanzo e al debito, volontariamente o per
negligenza grave, la Commissione può avviare un procedimento d'indagine
formale. Se risulta che vi è stata manipolazione di dati, la Commissione
può proporre al Consiglio di imporre un'ammenda
a uno Stato membro della zona euro ai sensi dell'articolo 8 del regolamento
(UE) n. 1173/2011 del "Six Pack".
Una
nota informativa (memo) separata è reperibile qui.
Per ulteriori informazioni
MEMO/17/309
Contatti per la stampa:
- Annika BREIDTHARDT (+ 32 2 295 61 53)
- Annikky LAMP (+32 2 295 61 51)
- Corentin CASSIERS (+32 2 295 32 08)
Informazioni al pubblico: contattare
Europe Direct
telefonicamente allo 00 800 67 89 10 11
o per e-mail
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