Corte di giustizia dell’Unione europea: no ai costi aggiuntivi per una differente modalità di pagamento
La Corte Ue bacchetta la prassi adottata da alcune aziende di Tlc T-Mobile Austria GmbH / Verein für Konsumenteninformation di imporre ai propri clienti costi aggiuntivi in relazione alle modalità di pagamento del canone.
Un sistema utilizzato anche per spingere i consumatori all'addebito
diretto in conto corrente o sulla carta di credito, sovente gratuito, a
fronte, invece, dell'addebito delle «spese di gestione» nei casi di
pagamento con bonifico online o bollettino cartaceo. Secondo la Corte
Ue, sentenza 9 aprile 2014, Causa C-616/11, gli Stati membri possono
vietare, in via generale e senza distinguere tra i diversi strumenti di
pagamento, l'addebito di spese amministrative da parte del beneficiario
del pagamento, tale divieto può essere applicato anche alle società di telefonia mobile. Secondo la direttiva sui servizi
di pagamento gli Stati membri possono vietare o limitare la pratica
della maggiorazione , mediante la quale le imprese beneficiarie di
pagamenti addebitano spese ai loro clienti, nel momento in cui pagano e
per l’utilizzo di un determinato strumento di pagamento. Tale pratica
mira a far gravare sul cliente-pagatore il costo dell’utilizzo delle
carte di credito o delle carte di debito. In Austria l’imposizione di
spese amministrative da parte dei beneficiari è vietata, in via generale
e senza distinguere tra i diversi strumenti di pagamento.
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