Martedì 14 luglio la Corte dei conti europea (CCE) ha pubblicato un rapporto in cui critica i finanziamenti Ue per le microimprese erogati tramite il Fondo sociale europeo (FSE) ed il programma Progress (Microfinance Facility).
La relazione afferma che, dopo aver valutato 27 progetti, tale assistenza finanziaria è concessa sulla base di informazioni incomplete e inaffidabili.
I revisori della Corte dei conti evidenziano che né la Commissione
europea né gli Stati membri hanno avuto accesso ai dati comparativi sui
costi amministrativi nazionali - né hanno abbastanza informazioni
disponibili sui diversi meccanismi di finanziamento per le microimprese.
La CCE quindi fa quattro raccomandazioni: (1) Gli Stati membri
dovrebbero svolgere valutazioni delle esigenze delle microimprese prima e
durante la progettazione degli strumenti di finanziamento e dei
programmi operativi che includono il sostegno finanziario; (2), la
Commissione europea dovrebbe rendere l'uso di strumenti finanziari del
FSE condizionali a sistemi di gestione del rischio con basi solide; (3)
il finanziamento deve innanzitutto sostenere i disoccupati e le persone
vulnerabili; (4) la Commissione dovrebbe valutare i costi di attuazione
del finanziamento (garanzie, sovvenzioni e prestiti), al fine di
stabilire i livelli attuali e individuare le buone pratiche sul modo in
cui il finanziamento può essere erogato ad un costo ragionevole.
La
Corte sostiene inoltre che la creazione di microimprese e start-up potrebbe essere uno strumento efficace per ridurre l'esclusione sociale e la disoccupazione.
I finanziamenti europei in questo contesto potrebbero risultare molto
efficaci.
Si ricorda infine che il micro-finanziamento europeo si aggira
di solito attorno a importi inferiori a 25.000 euro (in media meno di
10.000 euro).
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